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Diagnosi di piante malate tramite la clorofilla

Ricercatori dell’Alto Adige e del Tirolo ricercano la possibile identificazione di viti ed alberi di frutta infestate da batteri nocivi tramite l’analisi dei prodotti di degradazione della clorofilla. Con questo nuovo approccio si cerca di creare uno strumento d’uso facile per gli agricoltori da poter giudicare velocemente lo stato di salute delle piante in campo.

Il melo, l'albicocco e la vite sono cultivar importanti per l'agricoltura in Alto Adige e nel Tirolo. Tra le malattie più insidiose per questi cultivar ci sono le cosiddette fitoplasmosi, malattie indotte da batteri, come gli scopazzi del melo o il giallume delle drupacee che provocano notevoli danni anche economici per i contadini. Tutte queste malattie hanno in comune che provocano la presenza di foglie clorotiche precoci. Similmente al cambio di colore delle foglie in autunno il fenomeno indica una degradazione della clorofilla. È proprio questa somiglianza che i ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg e dell'Università di Innsbruck cercano di sfruttare per trovare nuovi metodi del rilevamento precoce di piante malate. "Fino adesso, l'identificazione di queste malattie può avvenire soltanto tramite l'uso di metodi dispendiosi della biologia molecolare o tramite l'osservazione dei sintomi che però si fanno vedere solo alcuni anni dopo l'infestazione", spiega il dr. Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg.

Processi di degradazione complessi
„Abbiamo confrontato i mechanismi del naturale cambio di colore delle foglie in autunno con la presenza di foglie clorotiche causata dai patogeni", racconta Prof. Bernhard Kräutler dell'istituto di chimica organica dell'Università di Innsbruck. Il suo gruppo di lavoro sta all'avanguardia della ricerca sui processi di degradazione della clorofilla a livello internazionale e adopera dei metodi in grado di misurare quantità molto piccole di prodotti di degradazione. Tramite gli studi effettuati le ricercatrici ed i ricercatori hanno potuto constatare che le piante malate dispongono di quantità minori di clorofilla rispetto a quelle sane. I prodotti di degradazione, invece, sono molteplici e gli scienziati hanno trovato nuovi prodotti di degradazione finora sconosciuti. "Ciò rende la ricerca molto complessa e solleva nuove questioni", dice il prof. Kräutler.

Trovare un metodo di analisi semplice
Sotto i tanti prodotti di degradazione bisogna trovare quelli più adatti all'analisi. Se gli scienziati possono confermare l'ipotesi di ricerca, questi prodotti potrebbero essere utilizzati come marcatori per l'infestazione con patogeni microbici di piante utili. I prodotti di degradazione potrebbero mostrarsi fondamentali per l'individuazione precoce di malattie. "L'obiettivo delle nostre ricerche è di mettere a disposizione degli agricoltori uno strumento d'uso facile per l'analisi della linfa delle foglie in pieno campo. In questo modo gli agricoltori potrebbero rilevare molto presto le piante malate", dice il dr. Oberhuber del Centro di Sperimentazione Laimburg. Una simile tecnologia non solo aiuterebbe i contadini della regione, ma susciterebbe interesse a livello mondiale.

La ricerca è stata finanziata dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) nell'ambito di un progetto di ricerca Interreg-IV. È stata sottomessa una domanda di progetto per il proseguimento della ricerca sui prodotti di degradazione della clorofilla di piante malate.

Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve
Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l'istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli.
Ogni anno, i 200 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell'agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all'agricoltura montana. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.

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