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Virosi della vite e Drosophila suzukii – il Centro di Sperimentazione Laimburg presenta i suoi risultati al congresso internazionale Future IPM

La conferenza internazionale Future IPM 3.0 sull’agricoltura sostenibile ha riunito a Riva del Garda oltre 500 ricercatori provenienti da 37 paesi diversi ©Fondazione Edmund Mach

Nell’ambito della conferenza internazionale Future IPM 3.0 sull’agricoltura sostenibile, tenutasi a Riva del Garda dal 16 al 20 ottobre, i ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg si sono confrontati con la comunità scientifica, tra le altre cose, sulle nuove metodologie contenimento di parassiti e fitopatologie in agricoltura.

Si è tenuta a Riva del Garda la conferenza internazionale sull’agricoltura sostenibile, Future IPM 3.0, organizzata tra gli altri dalla Fondazione Edmund Mach e dal Centro di Sperimentazione Laimburg. Oltre 500 ricercatori provenienti da 37 paesi si sono riuniti nel corso delle quattro giornate in un programma fitto composto da workshop scientifici, conferenze, un incontro divulgativo con il mondo produttivo e un concorso per i giovani. Sono state presentate le più recenti conoscenze nel campo della produzione integrata in agricoltura e le future soluzioni tecniche, politiche ed economiche per l’agricoltura sostenibile in Europa e in particolare in Trentino Alto Adige.  Un appuntamento importante per gli addetti ai lavori.

I ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno presentato durante le sessioni plenarie e con tre poster i propri studi sulle nuove metodologie di contenimento del moscerino dei piccoli frutti Drosophila suzukii e sulla degenerazione infettiva della vite, una virosi che colpisce le varietà Sauvignon e Gewürztraminer in Alto Adige.

 

Nuovi metodi per contenere il moscerino dei piccoli frutti

La Drosophila suzukii, originaria del sud-est asiatico e comunemente chiamata “moscerino dei piccoli frutti”, si è diffusa in Alto Adige dal 2010, provocando notevoli danni in particolare a ciliegie, fragole e lamponi, ma anche alle uve del vino rosso locale Schiava. Il moscerino depone le uova nella polpa durante la maturazione e, alla schiusa, le larve danneggiano irreversibilmente il frutto. In viticoltura, la varietà Schiava, in particolare le uve situate vicino ai boschi, è quella più colpita. Nella stagione estiva 2017 sono stati riscontrati attacchi relativamente limitati su questa varietà, nonostante il clima favorevole alla Drosophila suzukii. D’altro canto, per via della grandine caduta quest’estate, sono state colpite anche altre varietà, come Moscato rosa e Lagrein.

Metodi di contenimento, quali catture di massa con trappole attrattive e controllo chimico, sono in fase di valutazione, ma hanno mostrato diversi limiti. Le entomologhe del Centro di Sperimentazione Laimburg Silvia Schmidt e Martina Falagiarda hanno partecipato alla conferenza internazionale Future IPM 3.0 non solo per presentare i loro studi sull’utilizzo di agenti chimici e metodi di cattura massale mediante trappole attrattive, ma anche per confrontarsi con la comunità scientifica al fine di aggiornarsi su metodologie usate in altre parti del mondo, come ad esempio l'uso di farine di roccia in viticoltura (es. Caolino) o l’impiego di insetti antagonisti al moscerino stesso.

 

Il progetto DROMYTAL

Anche presso il Centro di Sperimentazione Laimburg continuano le ricerche in questo ambito. Con il progetto DROMYTAL, al quale collabora la libera Università di Bolzano, i ricercatori lavorano per mettere a punto una nuova esca, che si basa sulla strategia “Attract & Kill”, a base di lievito attrattivo per i moscerini, ma combinato ad un insetticida a basso impatto ambientale. Il progetto, su base triennale, è partito a novembre del 2016 ed è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale FESR.

 

Degenerazione infettiva della vite, una virosi diffusa in Alto Adige - prospettive per il futuro

Stress delle piante dovuto al cambiamento climatico, condizioni del terreno e tipologia di allevamento della vite: sono questi i principali fattori esterni che rendono le coltivazioni sensibili alle infezioni virali. Queste fitopatologie possono, nei casi peggiori, portare anche a una perdita notevole della produzione. In Alto Adige la problematica si è intensificata nel Comune di Appiano a causa della sostituzione del vitigno Schiava con le varietà a bacca bianca quali Sauvignon e Gewürztraminer particolarmente sensibili al virus, in terreni poco profondi.

Uno studio pluriennale, partito nel 2013 e condotto dal ricercatore del Centro di Sperimentazione Laimburg Gerd Innerebner, ha indagato la diffusione della degenerazione infettiva della vite (GFLV) in Alto Adige, in particolare nella zona di Cornaiano nel Comune di Appiano. Durante lo studio sono stati catalogati sistematicamente non solo presenza e diffusione di questa malattia di origine virale ma anche di nematodi nel terreno che agiscono come vettori del virus. Il prossimo passo sarà identificare le misure adatte nel caso della sostituzione di vigneti fortemente colpiti con nuovi impianti. Questo progetto a lungo termine partirà ancora nel 2017.

"La conferenza Future IPM mi ha dato l’occasione di incontrare ricercatori che si stanno occupando di virosi in altre aree viticole”, afferma Innerebner e aggiunge “Poterci scambiare informazioni e conoscenze è per me di grande interesse e arricchimento per la pianificazione delle future sperimentazioni.”

  

La conferenza internazionale Future IPM 3.0

La conferenza Future IPM 3.0 è stata organizzata dalla Fondazione Edmund Mach (FEM), dal Centro di Sperimentazione Laimburg, dall’International Organisation for Biological and Integrated control (IOBC/WPRS) e dall’International Biocontrol Manufacturers’ Association (IBMA) con la collaborazione della Libera Università di Bolzano, dell'Università di Trento, dell'Università di Innsbruck, dell'Università di Padova e della Mediterranean Phytopathological Union (MPU). L’evento è stato patrocinato dall’Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino, dal Landwirtschaftliches Schulwesen – Land Tirol, dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

 

Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve

Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l’istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli. Ogni anno, i 150 collaboratori del centro lavorano a 300 progetti e attività in tutti campi dell’agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all’agricoltura montana e alle tecnologie alimentari. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.

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