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Ricerche Laimburg sulla qualità del vino

Gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno presentato i risultati delle loro ricerche su vari aspetti della qualità del vino e nuove pratiche enologiche presso la Giornata del Vino e della Vite tenutasi stamattina presso la Cantina Merano Burggräfler. Hanno assistito oltre sessanta partecipanti per informarsi sulle attuali ricerche.

C'é una differenza misurabile tra la qualità di vini di Gewürztraminer di più siti diversi? O quali sono le caratteristiche dei singoli siti che potrebbero condizionare un certo tipo di Gewürztraminer? E ci sono differenze tra i siti tradizionali della coltivazione del Gewürztraminer ed altri? Ulrich Pedri, responsabile della sezione enologia del Centro di Sperimentazione Laimburg, Günther Pertoll e Florian Haas, entrambi della Laimburg, hanno cercato di rispondere a queste domande tramite sperimentazioni pluriennali effettuate su 14 siti di Gewürztraminer nell'Oltradige (8 siti) e la Bassa Atesina (6 siti) dal 1993 fino al 2011. I risultati delle sue ricerche sono degni di nota: si è visto che i vini Gewürztraminer provenienti da diversi suoli come suoli morenici e quelli di detriti calcarei coltivati in simili altitudini vengono giudicati similmente anche nell'analisi sensoriale. Analogamente, le analisi non hanno evidenziato delle nette differenze tra i siti tradizionali, ovvero classici, del Gewürztraminer nei pressi di Termeno ed altri siti, sebbene i siti classici sono tendenzialmente avvantaggiati riguardo la qualità del vino. "Le differenze tra le singole annate analizzate sono più grandi rispetto alle differenze tra i singoli siti esaminati", dice Pedri. "Le condizioni climatiche presenti negli anni analizzati influiscono di più sulla qualità del vino che non le condizioni di suolo presenti presso i singoli siti."

Nuove pratiche enologiche per abbassare il pH dei vini
I dati pluriennali sulla qualità dell'uva rivelano un calo dell'acidità accompagnato da un aumento del pH con conseguenze negative sulla qualità del vino: "Dall'una parte i vini si mostrano meno freschi e durevoli, dall'altra parte sono meno stabili a livello microbiologico", spiega Konrad Pixner del Centro di Sperimentazione Laimburg. La pratica enologica ammessa per prevenire a questo fenomeno è l'aggiunta di acido tartarico. Nelle sue prove sperimentali, invece, Pixner ha esaminato la nuova pratica dello scambio cationico come alternativa all'aggiunta di acido tartarico. "In parole semplici si cerca di cambiare le particelle cariche (cationi) del vino. Così si riesce ad impedire la trasformazione dell'acido tartarico dell'uva in tartaro e di prevenire, quindi, ad un aumento del pH", dice Pixner. I risultati delle sperimentazioni mostrano che la nuova pratica può essere adoperata già sul mosto senza influire sulla qualità del vino.

Nutrizione dei lieviti non è obbligatoria per un'ottima qualità di vino
Le quantità di lieviti desiderati per la fermentazione sull'uva sono molto ridotte rispetto a quelle dei lieviti indesiderati, ha detto Jürg Gafner dell'istituto di ricerca svizzero Agroscope. Bisogna tener conto che la percentuale presente è di soli 0,3 a 3 percento rispetto ai 50 a 90 percento di lieviti indesiderati che possono produrre quantità significative di acido acetico. L'enologo deve quindi far sì che i lieviti desiderati si impongano nella fermentazione del mosto. Per raggiungere quest'obiettivo è importante ridurre le popolazioni dei lieviti tramite l'uso di acido sulfureo. Oltre a ciò si può creare un clima ottimale per la crescita dei lieviti alzando la temperatura del mosto a 15 gradi. "Anche se è possible di sostenere la nutrizione dei lieviti, questa pratica non risulta necessaria per l'ottenimento di un'ottima qualità di vino", ha concluso Gafner.

Sovescio porta migliora le caratteristiche del suolo
Prove pluriennali con più tesi con sovescio nell'interfilare hanno mostrato un'incremento significativo dell'humus nel suolo, anche se è stata lavorata soltanto la striscia centrale dell'interfilare con una larghezza di 60 centimetril. "Il sovescio ha migliorato le caratteristiche del suolo e portato ad un aumento dell'azoto prontamente assimilabile nelle bacche, senza influire su altri parametri come la resa", ha detto Florian Haas del Centro di Sperimentazione Laimburg.

La viticoltura in Alto Adige
La superficie viticola in Alto Adige ammonta a 5.380 ettari, 58 percento spettanti a varietà bianche e 42 percento a quelle rosse. Tra le varietà bianche più coltivate sta il Pinot Grigio con 616 ettari, seguito dal Gewürztraminer (572 ettari), Chardonnay (525 ettari) e Pinot Bianco (515 ettari). Rimane in testa la Schiava tra le varietà rosse pur soffrendo un netto calo con 885 ettari, seguito dal Lagrein (446 ettari) ed il Pinot Nero (406 ettari). Le varietà più richieste per nuovi impianti sono il Pinot Bianco, il Chardonnay ed il Pinot Nero.
La produzione di vini con denominazione d'origine in Alto Adige nel 2013 è stata di oltre 370 mila ettolitri.

Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve
Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l'istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell'agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli.
Ogni anno, i 200 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell'agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all'agricoltura montana. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.

 

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